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"Archeologie dal futuro"

Con la nuova serie di lavori denominati “Archeologie dal futuro”, Paghera affianca, o per meglio dire integra, le ricerche materiche sviluppate attraverso le sue opere chiamate “Introspezioni” ed approda verso inediti connotati estetici e concettuali.

Nella realizzazione di queste ultime sculture, troviamo infatti un diffuso utilizzo di materiali naturali quali pietre e marmi, usati prima, nelle “Introspezioni”, come eleganti castoni perfettamente lavorati e capaci di raccontarci, con una veste leziosa, le “Memorie della Terra” ed ora, nelle “Archeologie”, collocate grezze, informi e vissute, all’interno di una cornice che mette in evidenza il soggetto centrale elevandolo ad un nuovo status.

L’idea che dà spunto a queste nuove opere si basa, da una parte, sul tema attuale ed oggettivo dell’inquinamento e della costante erosione della terra mentre, dall’altra, vira specularmente sull’immaginaria visione di un futuro distopico nel quale, l’eccessiva densità abitativa del pianeta, ha portato ad una massiva cementificazione globale facendo sparire la maggior parte degli elementi naturali che costituiscono il nostro mondo.

A quel punto, anche una semplice scheggia di pietra viene così recuperata, catalogata ed esposta da moderni archeologi  che la trasformano nel prezioso testimone di un tempo irrimediabilmente perduto ed ormai compromesso.

Opere

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